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Udinese-Inter: uno sguardo ai migliori

LucioLucio chiude una settimana stratosferica: unico difensore puro con la Sampdoria, in compagnia di Samuel contro l’attacco atomico del Chelsea, ancora da solo contro l’Udinese. Risultato: 3 gol subiti, di cui uno su rigore. E prestazioni da urlo: il capitano del Brasile si afferma, contro molte previsioni, acquisto prezioso e di livello altissimo. Puntuale in ogni chiusura, muro insormontabile sia fisicamente che in velocità, sa benissimo quando può avanzare palla al piede -creando sistematici scompensi agli avversari- e quando deve invece piantarsi in difesa. In più, dà alla squadra una carica e una sicurezza preziosissime, da vero capitano. Fenomenale.
Poi c’è Maicon, che da alcune partite sembra essere tornato ai suoi livelli o quasi. Sicuro in difesa, ma questo non era mai mancato, torna a coprire dopo ogni discesa senza fermarsi avanti a recriminare o protestare. Fa vedere di nuovo due-tre anticipi dei suoi, dai quali partono puntualissimi contropiedi: nasce così l’azione del secondo gol, è nata così una pericolosa sortita offensiva col Chelsea. Torna ad applicare gli schemi con puntualità e regolarità: il movimento sul gol è devastante per qualsiasi difesa ed è lo stesso movimento che libera spazio a Balotelli per il tiro dell’1-1. Come previsto, si avvicina il mondiale e torna il Colosso. Sarà utilissimo nel finale di stagione.
Su Milito resta veramente poco da dire: potrebbe insegnare calcio in qualsiasi spogliatoio del mondo. Un attaccante completo, un giocatore totale che non si spiega per quale motivo abbia dovuto aspettare 30 anni per arrivare a questi livelli. 39 gol in 55 partite dicono tanto ma non tutto: El Principe non è solo cecchino da area di rigore come mostrato nel terzo gol, ma è anche maestro della tattica come si vede nel secondo gol e in tutto il resto della partita. Capace di tenere in scacco da solo una difesa intera (ce lo ricordiamo Leonardo che tiene in campo 4 difensori per marcare solo lui?), di farla impazzire, di farsi inseguire, di toglierle ogni punto di riferimento, di far saltare in aria ogni linea difensiva: da lì, poi, diventa quasi elementare servire un compagno -per esempio Pandev- e lasciare aperta una voragine per l’inserimento di un difensore -per esempio Maicon-. E poi stare lì e godersi lo spettacolo di un gol. Per esempio il 2-1.
BalotelliE infine c’è lui, naturalmente: Mario Balotelli. Un gol, un assist, una partita sontuosa. Le parole iniziano a diventare superflue, inutili. Le chiacchiere da bar, o da blog se preferite, stucchevoli. Ha numeri da campione ma deve aggiustare la testa, alterna grandi giocate a gesti stupidi, va bene il gol ma l’ammonizione, ma la reazione, ma il nervosismo con la panchina, ma, ma, ma….ma che cosa? Ci permettiamo di metterlo noi un “ma” grosso quanto una casa: ma ha 19 anni. Fermiamoci a pensare, a decontestualizzare tutto. Abbandoniamo l’idea e l’immagine di Balotelli che abbiamo e pensiamo a un ragazzino che a 19 anni fa una partita come quella di domenica. 19 anni, 76 presenze e 26 gol con la maglia dell’Inter. 19 anni, attaccante esterno da un gol ogni 155′ in campionato. 19 anni e Inter-Rubin Kazan alle spalle. 19 anni e due scudetti da protagonista. No, sul serio: di cosa vogliamo discutere?

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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