Bauscia Cafè

Pierluigi e Roberto, "promotori della libertà"

La prima volta l’ho scritto una decina d’anni fa: a fine carriera, Roberto Rosetti non avrà problemi a trovare lavoro in Mediaset. È bravo, è bello, è furbo.
Dopo l’arbitraggio di Rocchi nel derby e il gigantesco rigore negato al Bari, domenica scorsa sullo 0-0, il Milan ha raccolto 3 punti a Firenze grazie alla più singolare interpretazione della “regola del vantaggio” che mente umana ricordi.

Sbaglia l’Inter a non volere il sorteggio integrale degli arbitri.
E sbaglia Mourinho a evocare una nuova Calciopoli.
Il Milan non è una normale squadra di calcio, il Milan è un fatto politico: da vent’anni gioca un campionato tutto suo, quello del conflitto d’interessi elevato a ideologia, con una parte della classe arbitrale asservita o perlomeno influenzata, e Galliani impegnato a raccontarci la favoletta del “bisogna abbassare i toni”.
Nel 2004, ci ho scritto un libro. Già allora ero sicuro che il “milanista di sinistra” – la categoria più schizofrenica dell’era berlusconiana – avrebbe continuato a negare l’evidenza.
Aggiungo che la Fiorentina se lo merita, questo furto: ha accettato il rinvio per neve mentre c’era il sole, ha accettato che il rinvio fosse collocato in una prima data e poi venisse spostato perché conveniva al Milan, sempre in silenzio, convinti (i Della Valle) che a non disturbare il manovratore potesse venirgliene qualche vantaggio.
Infatti, un vantaggio gli era stato dato in anticipo, domenica contro il Livorno, con la scandalosa espulsione di Rivas, sull’1-1, e la vittoria agguantata nel finale. Poi, il presidente Spinelli che chiede le dimissioni di Pierluigi Collina e minaccia di ritirare la squadra, ma chi si interessa alle sorti del Livorno?
E se qualcuno l’ha dimenticato, Rosetti era l’arbitro di Milan-Roma 2-1, e non arbitra più la Roma da quella sera di quattro mesi fa, quando negò un rigore solare a Menez e ne fischò uno ben più discutibile per un fallo su Nesta.
Mourinho ha ragione: l’Italia non riuscirà a cambiarlo.
Ma vent’anni di berlusconesimo hanno cambiato a fondo gli italiani.
Ora che Berlusconi ha lanciato i “promotori della libertà”, il suo personalissimo “esercito”, la sua inedita “forza del bene contro le forze del male”, almeno un paio di nomi attivi da tempo si possono azzardare.

Rudi

Rudi Ghedini, bolognese di provincia, interista dal gol sotto la pioggia di Jair al Benfica, di sinistra fin quando mi è parso ce ne fosse una.

PODCAST

Twitter

Instagram

Instagram has returned empty data. Please authorize your Instagram account in the plugin settings .

Archivio