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Digressione Internazionale – La Bruja, la Pulga y el Genio

La Coppa del Mondo per Club
La Coppa del Mondo per Club
Mi concedo una pausa rispetto alle cose che ci riguardano – sorteggio Champions e sfida con la Lazio in Campionato – con qualche riflessione su una sfida che va in onda questo pomeriggio alle 17, ovvero la finale del Mondiale per Club tra FC Barcelona e Estudiantes de La Plata.
Una premessa è d’obbligo, non ho mai condiviso l’irrispettoso paragone fatto dal Mancio nel 2007 (“ora sembra la Coppa dell’Amicizia”), anzi ritengo che la formula adottata dal 2005 con anche i campioni continentali di Nord America, Asia, Africa ed Oceania sia qualcosa di più giusto, per attribuire il titolo di squadra di club campione del mondo.
Magari per il futuro auspicherei che si eliminasse l’inutile partecipazione di una squadra “ospitante” e che ci fosse un solo club per l’America ed uno per Asia+Oceania, ma sono discorsi puramente teorici che implicherebbero un ripensamento troppo ampio (leggesi: meno poltrone) del calcio mondiale, più facile tenersi due competizioni continentali di livello basso-bassissimo e tre partite in più a dicembre…
Comunque, dicevo, questa era la premessa, il succo del discorso è che la finale di questo pomeriggio lo guarderò eccome, anche se in campo non c’è la nostra amata Inter, non solo con il rispetto che si deve ai due club che si affrontano (due squadre che hanno scritto pagine di Storia di questo sport, nel passato recente ed in quello meno) ma anche come tifoso culè e ammiratore della scuola argentina, felice per vedere contemporaneamente in campo alcuni dei miei giocatori preferiti (Ibrahimovic, Messi, Veron – per i quali non credo servano commenti) ed al tempo stesso un po’ dispiaciuto (non quanto Guardiola, ovvio) per l’assenza di Andres Iniesta, vera mente del Barça tritatutto.
La passione per il calcio argentino, a me che tutto sommato ho iniziato a seguire assiduamente il calcio già discretamente cresciuto, è venuta presto grazie a TMC2, che trasmetteva ogni settimana una gara in chiaro del campionato argentino.
Era la fine degli anni ’90, internet qualcosa di serio ma ancora elitario, lo streaming una parola sconosciuta (mentre Stream un’ambizioso progetto destinato a naufragare nel giro di pochi anni…), ed io da liceale senza pay-tv che voleva colmare un gap con i compagni di scuola che si erano interessati da sempre di calcio, oltre a giocarlo, non perdevo occasione di apprendimento.
Ammiravo quindi questi giocatori di pochi anni più vecchi che alternavano giocate altamente spettacolari ad estenuanti passaggi a centrocampo che nella mia ignoranza consideravo melina… Aimar, Saviola, Riquelme, Palermo… li avrei voluti vedere tutti in nerazzurro, e tutt’ora mi stupisco di come nessuno di questi sia riuscito a lasciare un segno apprezzabile in Europa.
Se questa (unita ad alcune Copa America, in particolare la 97 e la 99) è l’origine della mia passione per la scuola argentina e sudamericana più in generale, il tifo per il Barça viene qualche anno dopo, nel 2001 o 2002, in modo del tutto casuale grazie ad un libro che non parlava affatto di calcio, ma di un anarchico catalano, da lì l’interesse per la città e la sua storia, e poco dopo mi trovai a simpatizzare per una squadra che è “més que un club”, come dice il suo motto. Negli anni in cui le merdengues acquistavano Figo, Zidane, Ronaldo, Beckham, il Mago Otelma, Atlas Ufo Robot e Gabriele Paolini, aggiungo.
Intendiamoci, altre squadre possono starmi simpatiche, più o meno, per i colori, per qualche aneddoto, per la loro storia (qualche nome in ordine di simpatia: Boca Juniors, Ajax, Palmeiras, Galatasaray, Celtic, Sporting Lisboa, lo stesso Estudiantes in fondo) ma per nessuna di queste sopporterei una sconfitta dell’Inter, quando le abbiamo prese al Camp Nou invece ero logicamente dispiaciuto, ma più per la nostra figuraccia che per il risultato in se.
Juan Roman "La Bruja" Veron
Vabbè, mi rendo conto di aver fatto un uso assolutamente privatistico del mezzo pubblico (semi-cit.), non me ne vogliate ma era un modo come un altro per presentare questa finale della Coppa del Mondo per Club, tra una squadra che vuole chiudere il cerchio dell’anno perfetto (5 trofei su 5 finora, il miglior calcio giocato d’europa, il pallone d’oro in carica ed il rinforzo migliore che poteva acquistare, quell’Ibrahimovic capocannoniere della serie A ed indiscutibile Genio calcistico a cui manca solo la consacrazione in competizioni internazionali) ed una squadra che la brujita Veron si è caricato sulle spalle per chiudere anch’egli un cerchio, con il suo desiderio che ormai conoscono anche i granelli di sabbia di Abu Dhabi di riportare il club sul tetto del mondo, quarant’anni dopo suo padre.
Per quanto mi riguarda, spero che oggi il compasso parli catalano, e che Veron vinca a giugno-luglio qualcosa che nemmeno suo padre vide mai da vicino.
Mi sembrerebbe un buon compromesso.

Lionel Messi e Zlatan Ibrahimovic
Lionel Messi e Zlatan Ibrahimovic

Mr Sarasa

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