Bauscia Cafè

E' crisi Inter?

Fatemi capire. Siamo qui da due giorni – noi e l’universo mondo tutto – ad analizzare e vivisezionare in ogni piccolo dettaglio la sconfitta di martedì sera a Barcellona. La conclusione, gira e rigira, è sostanzialmente unanime: il Barça è un paio di rampe di scale sopra l’Inter. Più forte, più concreta, più concentrata, più preparata…più squadra. Mas que un clùb, non a caso. La brutta Inter, l’Inter che manca sempre agli appuntamenti che contano, l’Inter che non ha la giusta mentalità, l’Inter scarsa, l’Inter che non sa, non può e non vuole giocarsela. Tutto giusto, per carità. Sapete quello che penso e sapete quello che ho scritto in questi giorni: zero giustificazioni, zero appigli. E però.

2-0 allo Chaban-Delmas
2-0 allo Chaban-Delmas
E però uno, quando sente tutti questi discorsi, si aspetta che prima o poi arrivi l’illuminazione. Non dico la soluzione a tutti i problemi, per carità, ma almeno un’idea, una strada da percorrere, qualcuno che indichi la via d’uscita. E quindi passa due giorni a guardarsi intorno. Posto che squadroni del calibro di Barcellona, Chelsea e compagnia sono palesemente fuori portata, a chi ispirarsi per iniziare a migliorare? In quale direzione muovere quel fondamentale passettino? Abbiamo fatto una figuraccia cavolo, tutto il mondo ci ride dietro…è questo quello che ci stanno dicendo, no? E allora gli esempi da imitare non dovrebbero mancare. Spunti dovrebbero essercene a grappoli. Su cosa ci concentriamo? La mentalità europea del Milan? Il cuore e il carattere della Juve? La sfrontatezza e l’incoscienza della Fiorentina? E’ di questo che stiamo parlando, ragazzi miei: non possiamo puntare da subito a Barcellona e Chelsea…è alle nostre connazionali che dobbiamo guardare. E’ da loro che dobbiamo prendere esempio. Perchè noi, che in Italia dominiamo, andiamo in Europa a fare queste figure mentre loro fanno splendere di luce propria il calcio nazionale? E già.
Ed è proprio qui, mentre cerchi questa illuminazione, che ti rendi conto che la “luce propria” altro non è che un foglio di domopak sul quale è puntata una torcia da due euro. Guardi “le altre”, quelle che devono diventare il tuo punto di riferimento, quelle che devi prendere come modello, e ti ritrovi una Juventus battuta a Bordeaux – a Bordeaux, non a Barcellona – e umiliata da Fernando Menegazzo – Menegazzo, non Xavi – . Ti ritrovi un Milan che esce vivo per miracolo dallo scontro con l’Olympique Marsiglia – l’OM, non il Barça – salvato dal grande Brandao – Brandao, non Iniesta – e da due enormi colpi di mentalità….e tu resti un po’ così. Tutto qui? Sono questi quelli che stanno pontificando da due giorni sulla “figura indegna” fatta a Barcellona (a Barcellona, torniamo a ripeterlo: nè a Bordeaux, nè tantomeno in casa contro l’OM)? A questo punto ti viene da farti due conti. Perchè in fondo tu gli stessi problemi li hai manifestati anche contro Rubin Kazan e Dinamo Kyev, mentre loro magari avranno sbagliato una partita ma staranno stradominando il girone, con relativa “morbida” sfida agli ottavi.
1-1 a San Siro
1-1 a San Siro
Giù di conto, dunque: la Juventus si trova seconda in classifica. Due vittorie (contro il Maccabi Haifa), una sconfitta e due pareggi. Si gioca l’ultima in casa e deve strappare almeno un pareggio al Bayern Monaco per ottenere la qualificazione, con zero speranze di arrivare prima nel girone: situazione pressochè identica a quella dell’Inter, anche se noi – in linea puramente teorica – qualche speranza di arrivare davanti a tutti ce l’abbiamo. Il Milan? Secondo. Due vittorie, una sconfitta e due pareggi. Idem come sopra, con la differenza che la partita decisiva si gioca in trasferta e si deve vincere per forza per avere la certezza della qualificazione senza sperare in altri risultati. Pari pari l’Inter, o anche peggio. Poi, per chiudere in bellezza, ti viene anche da fare la tara ai gironi. E vedi che nel tuo c’è il Barcellona, non il Bordeaux o il cantiere-Real. Vedi che nel tuo c’è il Rubin Kazan, non l’OM o l’imbarazzante Bayern Monaco. Vedi che nel tuo c’è la Dinamo Kyev, non lo Zurigo o il Maccabi Haifa. E resti un po’ così, ancora.
Sono queste le voci che si alzano contro l’Inter? Sono questi quelli che ci accusano di orribili prestazioni? Sono questi quelli che ci parlano di pessime figure europee?
Nessuna giustificazione, per carità: l’Inter può e deve migliorare in Europa, senza se e senza ma. Però quando se ne parla, magari, si provi a fare un discorso più esteso. Si provi a dire che comunque le sue prestazioni sono in linea con quelle delle altre strisciate – che no, non possono insegnare proprio niente a nessuno -, si provi a dire che ci si aspettava tanto, sì, ma che i fallimenti sono un’altra cosa. Si provi a guardare con onestà a una partita giocata contro dei marziani, che da un anno e mezzo stanno insegnando calcio a tutto il mondo. Siamo inferiori: lo sappiamo, ne siamo coscienti, ne abbiamo avuto dimostrazione. Ma sappiamo anche che noi possiamo migliorare. Che noi i margini li abbiamo. Che noi qualcosa possiamo farla scattare. Sappiamo che noi il vello d’oro possiamo almeno intravederlo, senza bisogno di coprirci la maglietta di ridicole patacche o di stare a sproloquiare su altrettanto ridicoli asterischi.
Il dopo Barcellona-Inter è il tempo della critica. Feroce, spietata, senza appello. Ma che sia AUTOcritica, però. Gli altri guardino in casa propria, che magari è il caso.
Perchè da questa parte della barricata possiamo prendere una lezione di calcio dai migliori del mondo e avere comunque più di un motivo per sorridere e guardare al futuro con aspettative intatte.
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Nota a margine: in questo momento su gazzetta.it l’articolo principale riguarda le parole di Moratti su Barcellona-Inter, sotto c’è un richiamo al servizio su Milan-OM e non c’è NESSUN riferimento alla partita della Juventus. O meglio, del Bordeaux: i bianconeri non saranno mica scesi in campo, ieri?

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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