Bauscia Cafè

Il paese dei campetti

Dovrei forse parlare della partita di questa sera, ma ad onor del vero credo che non ci sia molto da dire. Faccio solo qualche banale considerazione che potete tranquillamente archiviare come “parole in libertà”, un modo meno svilente per dire “chiacchiere da bar”.
Riceviamo una buona squadra. Allenata da colui che fu il mio eroe quando, grazie a una famiglia storicamente Interista, seppur solo blandamente tifosa, mi avvicinai ai colori che qui tutti amiamo. Le prestazioni del Palermo sono state abbastanza altalenanti in questo inizio di stagione, specialmente quando i rosa-nero si sono trovati lontani dal caldo pubblico casalingo, ma credo che tutti abbiano ben presente la strepitosa prova contro la Giuve. Vietato abbassare la guardia quindi e occhio ai problemi fisici che fino ad oggi ci hanno sempre impedito di schierare la formazione titolare.
Al momento sono tutti rientrati a parte ovviamente Sneijder, sono da valutare le condizioni di Milito e Motta, che avrebbero senza dubbio bisogno di mettere qualche minuto nelle gambe, ma che probabilmente non è il caso di rischiare subito per i 90 minuti. C’è da aspettarsi un minimo turnover questa sera per lasciare spazio a soluzioni più creative contro il Livorno.
Dal canto suo Zenga non è un avversario semplice, l’Uomo Ragno è l’antitesi di Spalletti e del suo mono-modulo. Walterone adatta spesso la squadra alle situazioni e agli avversari risultando abbastanza imprevedibile, anche se non sempre efficace. Sarà una gara interessante.
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Detto questo vorrei raccontarvi quel che si vede sorvolando l’Italia in una serata limpida e senza nuvole. La discesa verso l’aeroporto di Orio al Serio è stata per molti versi una rivelazione (Nino, sull’articolo da usare ogni regione si divide come da usanza Italiana, ma ne discuteremo in sede di commenti :-)).
Dopo il calar del sole, da qualche migliaio di metri di quota, la Lombardia appare come un’unica, quasi ininterrotta metropoli da Varese fino a Brescia (siamo ancora in trepidante attesa delle BreBeMi). Il buio della notte viene cacciato via da una fitta schiera di cittadine illuminate. Nel mezzo di tutto questo, ogni tanto lo sguardo viene attirato da un rettangolo verde illuminato a giorno.
Al viaggiatore calcisticamente coinvolto viene naturale chiedersi quale sia dei tanti che vengono nominati ogni domenica nelle trasmissioni sportive e subito inizia a scrutare i dintorni nel tentativo di trovare qualche riferimento che gli permetta di capire quale città stiamo sorvolando in quel momento, lungo il corridoio di discesa.
Solo quando finalmente la rotta si stabilizza dopo l’ultima virata al nostro osservatore, si paleserà la verità dei fatti. Quel rettangolo di gioco illuminato a giorno è seguito da un altro a poca distanza e poi da un altro ancora e così via fino a quando il sussulto del carrello sulla pista non lo distrae. Quello che sembrava un campo di una certa importanza da grande altezza altro non è che un campetto di paese illuminato a giorno.

Tipica contestazione in uno stadio di provincia
Ora sia chiaro, non è mia intenzione lanciarmi in una filippica contro i sindaci dei paeselli, che sprecano fiumi di denaro per avere dei campi regolamentari, illuminati come nemmeno a Marsiglia sanno fare, quando magari il paese limitrofo, a nemmeno due Km di distanza ha già un impianto del tutto identico.
Se ne potrebbe ragionare, come si potrebbe ragionare del dispendio energetico di tenere accese tutte quelle luminarie, ma non è mia intenzione.
Piuttosto mi stupiscono un paio di cosette. Non esagero affatto quando dico che di questi campi ne ho visti almeno una dozzina nel giro di cinque minuti cinque. Di tutti questi solo uno vedeva una partita in corso, tutti gli altri mostravano un perfetto manto erboso, illuminazione degna della Champions League e assolutamente nessuno in campo.
Le domande che lancio nel vuoto cosmico sono due:
Possibile che dei campetti nel Bresciano abbiano un terreno di gioco migliore di quello di San Siro?
E poi, con tutti questi campi sparsi in giro per l’Italia, che permettono a moltissimi di approcciare il gioco del Calcio, come facciamo a ritrovarci una Nazionale tanto pidocchiosa?
Troppa gente che scrive di Calcio invece che giocarlo si direbbe… mmm…
Speriamo almeno che Sarasa guarisca presto dalla Swine Flu, così che torni a raccontarci delle sue mirabolanti prestazioni sul sintetico Milanese! 🙂

Fonz77

Milanese per nascita e per convinzione. Interista nel sangue da generazioni da parte di madre, mio padre ne sa talmente di calcio che crede che giochi ancora Mazzola... Sono il cümenda del blog, in carne e spocchia. Apostolo del culto José e sempiternamente vedovo dello Special One.

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