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La vera Inter è con Cambiasso

Il Cuchu è pronto al rientro
Il Cuchu è pronto al rientro
Archiviato il positivo pareggio con il Barcellona, l’Inter si rituffa nel campionato affrontando la trasferta di Cagliari, in un campo che non è mai stato troppo facile per le grandi squadre. Il Cagliari di Allegri viene da prestazioni abbastanza fiacche, non dà ancora l’idea che il giocattolo si sia rotto, ma di sicuro non c’è il gioco brioso che mostrava lo scorso anno, anche quando perdeva.
L’Inter, si dice, dovrebbe fare un moderato turnover a cui credo poco. Incassati i complimenti di Moratti, che ha elogiato la resistenza all’assedio blaugrana, in condizioni obbiettivamente difficili, Josè Mourinho è pronto a riconsegnare le chiavi del centrocampo a Mastro Cambiasso, che scalpita da un mese, con un recupero lampo degno di miglior propaganda (se fossimo rossoneri e avessimo tante televisioni e molti gonzi come tifosi).
Quanto è importante questo recupero è inutile sottolinearlo. El Cuchu non è solo un mastino davanti alla difesa, ma è anche un giocatore di temperamento, non proprio dedito alla deconcentrazione e alle sbavature. Contro il Barcellona con Cambiasso e Stankovic dal primo minuto in campo, efficienti, avremmo dimezzato le sortite offensive di Xavi e i patemi difensivi dell’invalicabile due Samuel-Lucio. Anche con Speedy Gonzales Iniesta a far da incursore.
Con Esteban Cambiasso, la cui assenza sta condannando Maradona, che però se l’è cercata, il centrocampo ritorna ad essere logico e ricomincia a fare a meno del terzinismo che contro il Barca ha finito per dilagare (Santon a protezione di Chivu, per ripartire, ci stava bene, ma alla fine avevamo in campo 3 difensori centrali e 3 terzini, comprendendo Zanetti). Io sono un amante dello Stankovic Volante, ma se c’è Cambiasso posso rimettere nella fondina il mio desiderio e pensare che tutto sommato va bene così: basta che ci siano piedi buoni.
Allora ecco che si ridisegna quello che avevo immaginato al momento dell’acquisto di Sneijder, un centrocampo tosto, ma che sa gestire il pallone e sa infilarsi negli spazi, aprendo il gioco sulle punte: Cambiasso, Stankovic, Motta e Sneijder. Il miglioramento della manovra, gli automatismi, i movimenti e la confidenza passano tutte dalla presenza stabile dei migliori interpreti e dalla possibilità di allenarsi e provare nuovi schemi e anche, ovviamente, dalla miglior condizione fisica possibile, che nell’Inter non è ancora arrivata.
Wesley Sneijder conosce a mala pena i nuovi compagni, deve dedicarsi a una doppia fase che è abituato a gestire, ma in un quadro tattico che non conosce. Lo stesso si può dire per l’affiatamento tra le punte e il giocatore o tra le punte e gli altri centrocampisti. A volte sprechiamo cross in alto, pensando ancora di avere attaccanti forti nel gioco aereo o comunque di elevata statura. Diego Milito è bravo per tempismo e classe, ma non è certo un ariete che può raccogliere gli ancora rari inviti di Maicon.
Penso che con il rientro in pianta stabile di Cambiasso, se tutto va bene, tempo 2-3 partite e cominceremo a vedere la squadra correre, puntuale per gli appuntamenti decisivi di Champions e per l’inizio della lunga striscia di vittorie autunnali che deve ristabilire le distanze contro l’undici bianconero, che ha usurpato temporaneamente il ruolo di capolista, seppure in coabitazione.
A proposito, domani la Juventus gioca priva dei nuovi acquisti contro il Livorno. Non spero nulla: partita da classico 3-0. Un rigore, un gol su calcio piazzato e la solita bischerata del difensore che non ti aspetti e che contro l’Inter gioca alla morte.

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