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Niente paura: è la solita vecchia Inter

milito-interEbbene si, labbiamo vissuta in modo confuso e con fatica. La prima della nuova Inter 2.0 di Mourinho è sembrata la copia di quella dellanno passato: squadra lunga, lenta, poco aggressiva e anche sprecona. Una squadra che gioca così ma riesce a costruire almeno 4 palle da gol nitide e le spreca può solo far ben sperare.
Io avevo scritto nei giorni scorsi che allinizio avremmo faticato perchè immagino che i lavori di preparazione fisica non siano stati dissimili da quelli dellanno scorso. LInter degli ultimi 4 anni, cioè quella campione dItalia, ha sempre iniziato in modo lento. Dopo un mese e mezzo della passata stagione il Corriere dello Sport annunciava trionfante che “comanda il Milan”, con tutto che i rossoneri avevano già vinto il derby e perse due partite allinizio. Insomma, per il terrore in salsa nerazzurra consigliamo altri lidi. Qui ci vuole sangue freddo e una certa dose di filosofia.
Penso che ci siano stati diversi problemi:
a) Il caldo – ha inciso molto per entrambe le squadre. Il Bari di Conte giocava in modo rapido sulle fasce, quello di Ventura ha fatto di necessità virtù. Mourinho ha dichiarato che non aveva mai visto una squadra così schierata in Italia, cioè disposta a stare sul campo in modo molto largo e molto profondo, mettendo in crisi il rombo di centrocampo (Muntari e Motta si allargavano, ma rimanevano spesso a mezza strada, complicandosi la vita). Lingresso di Balotelli ha dato fisico, tecnica e presenza sulla fascia e da quel momento in poi lInter ha schiacciato gli avversari. Il 4-2-4 della ripresa è stato deleterio sul piano atletico, ma aveva un senso tattico ovvero pressare sugli uomini larghi del Bari costringendoli sulla difensiva: Etoo ha sbagliato un raddoppio facile facile.
b) La condizione fisica – come annunciato la condizione fisica ha inciso parecchio. Chi si aspettava partenze a razzo non conosce la nostra storia, fatta di uomini particolari, con molto strapotere fisico, che per dominare hanno bisogno di fiato. Basti vedere la partita di Maicon – impreciso e sempre in ritardo nei raddoppi in fase offensiva – per rendersi conto del punto in cui siamo. E questo discorso vale anche per Zanetti, sverniciato da Alvarez (e con Chivu o Santon non credo sarebbe cambiata di molto) o per Lucio, che non ha coperto abbastanza, ma che ha lalibi del fatto che si è trovato di fronte un centrocampo inutilmente sguarnito, incapace di fare filtro.
c) Lamalgama e il nuovo gioco – non abbiamo visto lanci lunghi, la squadra quando ha potuto si è distesa e ha costruito, soprattutto quando aveva Quaresma in appoggio, che non di rado ha sprecato dei palloni interessanti. Però non è stato il peggiore: Etoo e Milito hanno sulla coscienza due palle gol clamorose, sbagliate davanti al portiere, anche per loro ci vuole lucidità, con tutto che non hanno giocato male, anzi. SuperMario ha giocato bene il finale di primo tempo, ma è andato perdendosi col passare dei minuti. Motta è sembrato giostrare meglio quando non aveva compiti difensivi sulla fascia, a dimostrazione del fatto che è un giocatore che sarà difficile far coesistere con Cambiasso, in un centrocampo a rombo. Diverso il discorso se viene affiancato da giocatori di fascia, come è capitato con Quaresma. Con un trequartista tuttofare come Snejider e Stankovic di fianco potrebbe andar meglio.
Il derby alle porte ci vede sfavoriti, per usare lironia di Mourinho, ma in genere penso che siamo sfavoriti fino alla fine di settembre, poi tendiamo a sbocciare e a realizzare quel ruolino schiacciante di 10-12 vittorie che mettono allangolo gli avversari. Per entrare bene in condizione serve anche la Coppa e pertanto ci vuole pazienza. Ho visto la Juventus: ha il merito di averla vinta e il Chievo ha le sue recriminazioni, ha di fatto dominato per tutta la ripresa, con gli uomini di Ferrara senza fiato e un Diego che non ritornava più. Noi abbiamo buttato via due punti, ma per essere una squadra nuova, credo che si siano capiti i punti di forza e i punti di debolezza.
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