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Gli scrivani della corte e l'acquisto di Eto'o

La nuova barzelletta raccontata dalle prostitute intellettuali riguarda il prezzo di Eto’o. Ora, tutto il mondo racconta di una brillante operazione di mercato nella quale l’Inter ha nell’ordine:
1) Ceduto a peso d’oro una stella scontenta
2) Rimpiazzato la stella con una dello stesso peso se non addirittura più forte
3) Incassati 46 milioni di euro
4) Ottenuto il prestito di un trequartista di buon livello che stava cercando, con lo stipendio pagato dal Barcellona
5) Risparmiato complessivamente sul monte ingaggi, oltre ad essersi liberata di Raiola
Ora, questa operazione, se a farla fosse stato Galliani, avremmo visto paginate di elogi al grande manager. Invece, in Italia, paese della prostituzione intellettuale (che non va mai in vacanza) abbiamo queste porcherie:
Per Mediaset l’operazione Eto’o costa complessivamente 57 milioni, in base a calcoli fatti da loro. La Gazzetta dello Sport, nella prima estate senza Candido Cannavò (e si vede!) anzichè elogiare l’Inter per il fatto che sia riuscita nell’impresa di far arrivare una stella di assoluto valore nella Serie A, in sostituzione di Ibrahimovic, o comunque mantenere un atteggiamento neutro, decide che a “vincere” è stato Eto’o! Ma vincere contro chi? Contro l’Inter naturalmente, cui non si vede l’ora di attribuire sconfitte.
La conferma arriva dall’editoriale di Nicolino Cecere, che ancora una volta fa i conti a tasca all’Inter, dimenticandosi come Mediaset di fare quella stupida cosa che insegnano in prima elementare: il saldo.
Se l’Inter accorda 55-58 milioni ad Eto’o in 5 anni, è vero anche che non spende soldi per pagare Ibra (al lordo parliamo delle stesse cifre, anche se con Raiola è tutto molto aleatorio): per cui si può già dire che Eto’o si paga da sè. Anche perché arrivano 46 milioni di euro in più, che evidentemente fa comodo dimenticare.
primapagina_largeViene da chiedersi dov’erano Francesco Vecchi, Nicola Cecere e gli altri pseudo-analisti economici del nostro calcio, un anno fa, quando non furono resi noti i termini dell’ingaggio del suonatore di congas Ronaldinho, i termini del prestito di Shevchenko. Dov’erano? Probabilmente erano al mare, come sono stati al mare qualche giorno fa quando il sempreverde Del Piero rinnovava a cifre praticamente sconosciute.
Il bello è che quando c’è di mezzo l’Inter a cambiare sono anche i più fondati canoni oggettivi. Il costo di un giocatore viene considerato per l’ingaggio. A nessuno è venuto in mente di dire che Amauri alla Juventus è costato circa 40 milioni e che Diego sia costato circa 50. Infatti, nessuno l’ha scritto, altrimenti avrebbero dovuto aggiungere che la Juve quest’anno ha speso 100 milioni per 3 giocatori (Cannavaro, Melo, Diego).
La verità è che la madre delle prostitute intellettuali è sempre incinta, e che le figlie sono più scostumate di lei.
Di questo geniale colpo di mercato – tranne rare eccezioni: Pedullà, persino Franco Melli – che si accosta a quelli già effettuati (Lucio anzichè Cannavaro e Onyewu), non si legge altro che:
Gelo tra Inter e Mourinho – Ora serve un gioco – Chi passerà la palla – Senza Ibra è finita (chi lo scrive è tra quelli che considerava Ibra un mezzo giocatore).
Pazienza, sapremo aspettare: giusto glissare sulle lamentele di Leonardo, un pupazzo non può far troppo rumore, giusto accorpare sempre Ancelotti al Milan, facendo passare per successi rossoneri quelli ottenuti dai Blues (è la nuova moda dell’estate). Noi sappiamo aspettare, come lo scorso anno di fronte ai temibili proclami di Buffon e  Amauri. E allora vedremo se una squadra che ha sostituito Ibrahimovic con Eto’o, Cruz con Milito, Jimenez con Motta, Rivas con Lucio, per non dire di Hleb e Arnautovic si è davvero indebolita. Per ora ci godiamo il nostro nuovo acquisto, ringraziando sentitamente Zlatan per le magie che ci ha regalato in questi anni vincenti.

Non poteva mancare il Messaggero di Roma: 50 milioni il costo di Eto’o.
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