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Lo sciagurato Quaresma

Ricardo Quaresma è costato all’Inter quello che Diego è costato alla Juve. Non chiedetemi perché Moratti è tanto infuriato e non fate scommesse sulla durata del rapporto con Mourinho.
Ad agosto, l’arrivo di Quaresma – a fine mercato, senza fare la preparazione con il resto della squadra – è stato voluto da Mourinho, rivelandosi la peggiore delle scommesse perse dall’allenatore portoghese, con l’aggravante che “l’estrosa Trivela” ha lo stesso procuratore di Mou, Jorge Mendes (alla faccia dei conflitti di interesse). Siccome Mourinho non è un deficiente, dopo aver offerto a Quaresma 19 opportunità (13 in campionato + l’intero girone di Champions: totale 1.010 minuti, più di quelli giocati da Cruz 810 e Crespo 645), l’ha sbolognato al Chelsea, dall’altro portoghese Scolari. Non sarà Quaresma a portar sfiga, certo è che Scolari è stato presto esonerato, e Hiddink ha rilanciato il Chelsea, portandolo a un’ottima stagione e ruotando un po’ dei calciatori epurati da Felipao. Ma Quaresma ha continuato a starsene in panchina o in tribuna.
Ora sembrava fatto il trasferimento della Trivela al Genoa, nell’ambito dell’Affare Milito-Motta. Sembrava scontato che il signor Mendes (da tutti definito “abilissimo”) convincesse il suo assistito a non rompere le scatole, anche perché l’abilissimo Mendes ha in ballo altri ricchi affari con l’Inter (Deco e Carvalho). Invece Quaresma ha fatto i capricci, traccheggiato e infine rifiutato la destinazione genoana, costringendo l’Inter ad aumentare la cifra cash da pagare a Preziosi (primo danno) e a mettere nella contropartita Meggiorini, autore di 18 gol nel Cittadella (secondo danno). Ho la netta sensazione che Moratti sia così infuriato con i suoi collaboratori, che l’arrivo di Carvalho e Deco sia diventato improponibile.
In tutto questo, Mourinho sta a Pechino per preparare la finale di Supercoppa dell’8 agosto, e il mercato dell’Inter continua a ruotare intorno ai mal di pancia di Ibra, e ora pure di Maicon. A questo punto Moratti deve battere i pugni sul tavolo, e pretendere dagli stipendiati dell’Inter un atteggiamento diverso.
Cosa succederebbe se Maicon finisse fuori rosa?
E se si smettesse di trattare la cessione di Ibra?
Le società di calcio non possono farsi mettere i piedi in testa da calciatori e procuratori, che pretendono “adeguamenti” di contratto o cessioni quando gli fa comodo e si oppongono ai trasferimenti persino dopo fallimenti “alla Quaresma”. Da anni invoco una maggiore italianizzazione della rosa, unico, parziale antidoto a questa logica mercenaria. L’Inter di Moratti – che paga gli ingaggi più alti d’Italia – è chiamata a un salto di qualità fuori dal campo, se vuol sperare di farlo anche in Champions.
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Rudi

Rudi Ghedini, bolognese di provincia, interista dal gol sotto la pioggia di Jair al Benfica, di sinistra fin quando mi è parso ce ne fosse una.

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