Bauscia Cafè

Pensieri Sparsi

ronaldinho3_wideweb__470x296,0La campagna cessioni.
Nella squadra neo-campione dEuropa in campo cerano 10 giocatori che lo scorso anno non hanno vinto nulla, più Piquet. E vero, Dani Alves era squalificato, ma si può affermare che  la campagna cessioni sia stata più importante della capagna acquisti. Fuori, Ronaldinho, Zambrotta e Deco, i primi due acquistati dal trio Braida-Galliani-Bronzetti, il terzo penalizzato da un infortunio e poi “esonerato” insieme a Felipao Scolari. Probabilmente i critici glorificheranno il grande gioco del Barça, dimenticando che proprio a Stamford Bridge hanno avuto un colpo di fortuna (più di uno?) di rara grandezza, col vecchio volpone olandese che aveva annientato la trame blaugrana. Mou, nel dopo Manchester, ha dato spazio ai concetti di corsa, intencità e sinonimi vari e allidentikit di giocatori da evitare (“coloro che il meglio lhanno già dato”). Leventuale acquisto di Deco andrebbe clamorosamente controcorrente. Pensare alla tangente da recapitare a Mendes non sarebbe uneresia. Non si può vincere la Champions con gli scarti del Barça (Thiago Motta basta e avanza).
blogimg_3_124_20070517031359“Nucini, i buchi dellaccusa”, quelli che i Trofino della carta stampata.
“Gli arbitri andava­no a cena con i giornalisti quando tutti sanno che non si possono avere rapporti con persone esterne. Io? E’ diver­so: mi confidavo solo con Fac­chetti, l’unica persona onesta del mondo del calcio. Perché io, Danilo Nucini, non mi fi­davo di nessuno, neanche del­l’Ufficio Indagini. Ero un uo­mo solo”. E, naturalmente, contro tutti: contro i designa­tori che, senza distinzioni (ma Bergamo e Pairetto con par­ticolare accanimento) nella sua carriera lo hanno sempre boicottato (“I rapporti erano pessimi perché la meritocra­zia non esisteva e io non mi faccio mettere il guinzaglio» salvo poi affermare, incalzato dall’avvocato Trofino, che «a parte un anno, ho avuto quel­lo che meritavo”), contro i col­leghi arbitri (“Quelli anziani non vedono di buon occhio i giovani, e non c’è solidarietà”), contro i giornalisti (“Il Corrie­re della Sera scrisse che sono stato il peggiore in campo? Ma li legga pure tutti, i gior­nali, sappiamo com’era la sto­ria…”). Contro la Juventus (“Pensate che dopo una parti­ta mi regalò una maglietta senza il nome. Segno di anti­patia? Lo dite voi…”) e, natu­ralmente, contro Luciano Moggi e Angelo Fabiani con i quali riferisce di incontri car­bonari, di avvertimenti “ma­fiosi” e della consegna di una sim “protetta” che lui, invece di portare agli inquirenti ha buttato via senza dire niente a nessuno (tranne che a Fac­chetti, ovvio). Neppure al pm milanese Bocassini che lo convocò qualche tempo dopo (“Non me la sono sentita di ri­velarle le cose. Di cosa abbiam parlato? Dell’andamento del calcio» con la Bocassini…). La sintesi di sei ore – zeppe di contraddizioni e atteggia­menti di ironica sfida verso gli avvocati difensori – di testimo­nianza di Danilo Nucini, ex arbitro e uno dei teste chiave dell’accusa nel processo di Calciopoli, lascia un senso di vago imbarazzo. Per i nume­rosi “buchi” nella sua testimo­nianza e, in definitiva, nell’im­pianto accusatorio dei pm Beatrice e Narducci. Stefano Salandin.
Le dichiarazioni più significative di Nucini rilasciate al banco dei testimoni le potete leggere qui. Il quotidiano delle vedove, quello che manipola la realtà in favore dei nostalgici di Moggi e Giraudo, ha evitato di riportare qualsiasi riferimento compromettente al virgolettato dellex arbitro che ha parlato apertamente del meccanismo in vigore tra le giacchette nere ai tempi dei designatori a strisce bianconere.
La sintesi di sei ore lascia un senso di vago imbarazzo. Certo a lasciare un senso di vago imbarazzo non sono le frasi: “Se sbagliavi a favore della Juve arbitravi in serie A, se sbagliavi contro la Juve arbitravi in B” oppure le considerazioni di Bergamo dopo un rigore assegnato contro al Bologna contro la J**e: “Mi disse che se il rigore di Cruz fosse entrato avrei finito la carriera”, o ancora le parole a lui riferite dal miglior arbitro di sempre (Massimo De Santis, ndr): “Se si voleva fare la serie A si doveva passare attraverso Fabiani e Moggi”. Moggi che prima di consegnargli una scheda sim non intercettabile gli disse via telefono (un classico): “sta tranquillo, ascolta quello che dice Fabiani e ci pensiamo noi”.
Forse prima di leggere larticolo (grazie a Watchdogs per la segnalazione) avremmo dovuto notare lautore. Un certo Stefano Salandin, che lestate scorsa ha avuto il coraggio di affermare: “Moratti venderà Ibra al Barcellona (allepoca si parlava di uno scambio con Etoo a seguito di una cena Laporta-Moratti) perché gli pesa che gli venga rinfacciata la vittoria con i due ex Juventini”. Insomma, siamo di fronte a casi umani. Devono mettere la firma su pezzi che non vorrebbero mai scrivere ma commissionati da un direttore che ha come unico punto di riferimento il numero di copie vendute. Putroppo svegliare i sonnambuli può avere ripercussioni dannose. Meglio anestetizzarli con loccultamento della verità. Leggere cose come queste ci fa pensare allo splendido monologo di Al Pacino nel finale dellAvvocato del Diavolo e, in secondo battuta, a Maurizio Belpietro.
antonio-cassanoInter-natelo!
Oggi Laudisa ci propone Cassano. Chissà, dopo i buchi clamorosi dei giorni scorsi, può anche aver scritto la verità. Preferiamo sia lennesima balla. Ci siamo appena liberati di un non professionista con la passione per lalcol e per le masse adipose e dovremmo prendere un altro buono, anzi ottimo, per dare pretesti a vedove e burattini, che farebbe del caos indescrivibile alla prima panchina, che se la batterebbe con Deco in quanto a intencità e che ha dimostrato la sua inettitudine ai grandi livelli. Senza contare le sceneggiate varie e variopinte che ha inscenato su molti campi di A. Non è da Inter. Lasciamolo a Genova, o al massimo, mandiamolo da Fazio. Le inter-viste, quelle sì, sono eccezionali.
Arnautovic.
Non lo conosco, non lho mai visto giocare, ma questi colpi che hanno un senso economico mi piacciono a prescindere. Oggi dovrebbe essere a Milano per le visite mediche, almeno così riportano Gazzetta e Corsera. A differenza di Cassano non dovrà passare nel reparto di psichiatria.
Mancano pochi giorni e i bauscia si daranno alla prostituzione intellectuale. Vi terremo aggiornati.
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