Bauscia Cafè

Un brasiliano e un argentino alla corte di Mourinho

Diego Alberto MilitoDiego Alberto Milito, classe 79, è un attaccante argentino con 18 presenze e 4 gol nella nazionale albiceleste. Conosciuto come El Principe, inizia relativamente tardi la sua esperienza nel calcio professionistico debuttando a 20 anni nel campionato argentino con la maglia del Racing di Avellaneda. In 5 anni mette insieme 137 presenze e 34 gol, arrivando a conquistare la Nazionale e finendo sotto gli occhi degli attenti osservatori del Genoa che, nellestate del 2004, lo portano nel capoluogo ligure per riportare il Grifone in Serie A.
La festa a Genova è grande, e laltrettanto grande attesa dei tifosi viene ripagata dal Principe con uno score impressionante: in due stagioni, 33 gol in 59 partite che, con una media di 0,59 gol a partita, lo proiettano in cima allelenco dei bomber rossoblu più prolifici di sempre davanti a mostri sacri genoani del calibro di Pruzzo e Skuhravy. Lo “scandalo della valigetta” che coinvolge Preziosi e fa precipitare il Genoa dalla promozione in A alla retrocessione in C1, però, è troppo per uno come Milito che, dopo essere stato vicinissimo allInter, viene ceduto in prestito biennale al Real Saragozza.
Nella città spagnola per la prima volta in carriera gioca con il fratello Gabriel (difensore, oggi al Barcellona), segna subito 15 reti in campionato e trascina la squadra alla finale di Copa del Rey, prendendosi il lusso nella semifinale di andata di segnare ben 4 gol al Real Madrid nel 6-1 che risulterà fondamentale per eliminare i galacticos (che al ritorno vincono 4-0, sfiorando limpresa) dalla competizione. La coppa è persa contro lEspanyol, ma la finale giocata e la salvezza conquistata tranquillamente rendono più che positiva la stagione del Saragozza e del suo cannoniere Principe. Il secondo anno va ancora meglio: Milito segna a valanga e, con 23 gol (vice-Pichichi, alle spalle di Van Nistelrooy), porta il Real Saragozza ad un inaspettato sesto posto finale. Al termine dei due anni gli spagnoli esercitano lovvio diritto di riscatto del bomber (fissato a soli 5 milioni) ma altri 15 gol non sono sufficienti ad evitare la retrocessione al suo club.
Nellestate 2008, allultimo secondo utile, Diego Milito torna al Genoa per la gioia di tutti i suoi tifosi rimasti legatissimi al suo ricordo. Il ritorno in Italia, finalmente in Serie A, è un trionfo: El Principe realizza 20 gol in 28 partite (con due ancora da giocare), che contribuiscono a far salire ulteriormente la sua media in rossoblu e lo portano a lottare con Ibrahimovic e Di Vaio per il titolo di capocannoniere. Diventa, inoltre, il primo giocatore nella storia del derby della Lanterna a realizzare una tripletta (al ritorno, risultato finale 3-1).
LInter lo segue sin dalla prima partenza da Genova, e già a Gennaio era stata ad un passo dallacquisto del giocatore. Spesso scambiato per una prima punta classica, Milito può in realtà giocare indifferentemente da prima o da seconda punta sapendo lavorare molto bene anche di sponda e in appoggio a un altro compagno. Sembrerebbe il partner ideale di Ibrahimovic o Balotelli in un 4-4-2, ma in realtà troverebbe facilmente collocazione anche in un 4-3-3 di fianco a Ibra e con Mario largo sullesterno. In tre, questanno, hanno segnato per ora 54 gol. Ci sarà da divertirsi.
Thiago MottaThiago Motta, 27 anni, è un centrocampista brasiliano con passaporto italiano che calca i campi di calcio europei da 10 anni. A soli 16 anni, infatti, debutta in Brasile con la maglia della Juventude e lanno successivo Ferrer se lo porta di corsa a Barcellona dove, dopo tanta cantera, arriva stabilmente in prima squadra nel 2001 sotto la guida di Louis Van Gaal. Il debutto in un Barcellona-Maiorca 3-0 vede Motta disputare una partita di grande sostanza e personalità, tanto da diventare immediatamente uno dei punti fermi nella formazione dellallenatore olandese prima e del suo successore, Antic, dopo. L11 settembre 2004 contro il Siviglia, chiavi del centrocampo blaugrana in mano, Motta subisce il primo grave infortunio della sua carriera: la rottura dei legamenti crociati del ginocchio destro lo terrà lontano dai campi per tutta la stagione e lanno successivo, al suo rientro, si troverà superato nelle gerarchie dalla nuova nidiata della cantera catalana: i baby fenomeni Xavi e Iniesta.
Una serie di piccoli infortuni e, soprattutto, la presenza dei due ragazzini terribili lasciano poco spazio in campo al brasiliano che dopo sei anni, due campionati, due supercoppe e una Champions League, lascia Barcellona per dirigersi a Madrid, sponda Atletico. Le cose continuano a non andare bene però, visto che dopo il debutto si rompe il menisco del ginocchio sinistro e al termine della stagione, dopo sole 6 presenze, si vede rifiutare il rinnovo del contratto. Approda così al Genoa per una scommessa del presidente Preziosi che crede ancora in questo centrocampista dalle indiscutibili capacità: Motta lo ripaga con 21 presenze e 6 gol, fra i quali spiccano i 2 alla Juventus che rappresentano un ottimo biglietto da visita per i tifosi interisti.
Gli mettono gli occhi addosso Josè Mourinho e Marco Branca che, approfittando della contemporanea trattativa per Milito, vengono informati della presenza di una clausola di rescissione nel contratto del giocatore e decidono di portarlo a Milano. Infortuni permettendo, lunico vero punto interrogativo sulloperazione, Motta può ricoprire praticamente qualsiasi ruolo nel centrocampo del mister di Setubal. Interno in un centrocampo a 3 o a rombo può sfruttare la sua innata capacità di inserimento e il tiro da lontano; schierato vertice basso, nel ruolo che ricopriva a Barcellona, può coprire sapientemente la difesa e rilanciare lazione grazie a una gran visione di gioco e alla sua tecnica sopra la media o, comunque, sicuramente sopra la media dellattuale centrocampo nerazzurro. Josè Mourinho aveva chiesto due centrocampisti “con caratteristiche diverse da quelle che abbiamo”: Motta rientra benissimo in questa descrizione grazie a una tecnica e a una capacità di impostazione della manovra e di inserimento che possono tappare molte falle nella nostra linea mediana.
Le voci di radiomercato parlano di un accordo raggiunto sulla base di 15 milioni più il cartellino di Acquafresca, la comproprietà di Viviano e il prestito di Bonucci, difensore centrale ad oggi in prestito al Pisa.
Commenti (108)

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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