Bauscia Cafè

Non sembra, ma siamo primi

111225-480L’ha già scritto Gabriele: l’interista vorrebbe vincere tutti i campionati con 20 punti di distacco, come se ogni anno fossimo in lotta per battere i nostri record, che invece appartengono alla storia. Io invece non bado tanto al sottile. Se ripenso allo spumante aperto dopo Parma-Inter, tenuto bene in fresco, nonostante quella mezz’ora da campioni d’Italia della Roma, direi che non mi dispiacerebbe riprovare tale estasi. Non sono masochista, né penso che perderemo troppi punti da qui alla fine. Dico che conta vincere alla fine e che avere 10 punti di distacco significa essere tranquilli e stare molto meglio di chi sta dietro e fa finta di inseguire.
C’è da dire che se ne leggono di tutti i colori: l’ultima di Mediaset volete saperla? Il campionato $. Si, il torneo dei soldi, dove immaginate un po’ che fantasia… il Milan fa faville (non Favalli) distruggendo l’Inter (Ecco il Milan! In Italia fa faville). In pratica è come essere tornati indietro di 50 anni, quando la Juventus si dedicava sportivamente alla collezione di Coppe delle Alpi, pur di non osservare da vicino i trionfi mondiali dell’Inter.
Qualche settimana fa avevo chiesto all’Inter di vincere le quattro partite rimanenti prima dello scontro frontale con la Juventus. L’obbiettivo era quello di presentarsi con 7 punti di vantaggio, che sono diventati 10. Ho scritto e ripetuto più volte che l’inconsistenza dell’avversario ci avrebbe resi più sicuri, ma ovviamente l’inconsistenza non significa assenza: se dominiamo è principalmente merito nostro. Al limite si può aggiungere che la Juventus non ha i numeri per stare dietro all’Inter. Nelle loro serie positive migliori non hanno mai guadagnato un punto, quando hanno rallentato l’Inter ha sempre accelerato, quando ha rallentato l’Inter, loro sono riusciti nell’impresa di fermarsi. Il match di domenica pertanto assume significati non esattamente riconducibili a uno scontro tra la prima e la seconda in classifica (anche se il Corriere dello Sport parla acutamente di “prime in classifica”… non capiscono una sega di calcio, ma in quanto a marketing sanno come ubriacare i gonzi bianconeri).
Quello che conta è comunque l’atteggiamento dei ragazzi, che avranno capito che stare troppo rilassati non porta bene. Con il Palermo abbiamo giocato una delle migliori frazioni di partita della stagione, con un calcio verticale, possesso palla, accelerazioni, difesa alta. C’erano quasi tre quarti del credo tattico di Mourinho, là dentro. Poi sappiamo come è andata a finire. Con la Juventus servirà lo stesso atteggiamento e non ho dubbi a riguardo, sarà una partita tirata con una Inter molto presente.
Noi interisti consideriamo lo scudetto del 2006 come il frutto del risarcimento complessivo dovutoci dalla gang al potere, che ci ha tolto sicuramente lo scudetto del 1998 e quello del 2002. Ma dopo quell’annata, nonostante tutte le scuse del mondo e la realtà parallela vissuta dai romanisti (vi giuro che nel succulento pranzo di Pasqua, a base di pesce, col mare della costa davanti e molti parenti dietro, ne ho avuto la riprova), l’Inter ha infilato una doppietta condita da record e partite entusiasmanti, con vittorie nei derby, goleade in trasferta e golazi a volontà. Se dovesse arrivare la tripletta avremmo scritto la storia, altroché. Una grande storia. Perchè noi siamo sempre primi da tre anni, anche se non sembra.
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