Bauscia Cafè

Confessioni

Moggi: “Ah senti un po’ ti volevo chiedere una cosa”
Gavallotti: “Dimmi”
M: “Tu hai fatto quella commissione che giudica i procuratori no?”
G: “Sì”
M: “Bò sensibilizzali un po’ perché il 20 hanno chiamato per una cosa di 2 anni fa…”
G: “Alessandro sì”
M: “Alessandro , ma digli che andassero a fan culo che non rompessero i coglioni (risata) insomma dai”
G: “Ci parlo ci parlo”
M: “Ma che ci parli, pensaci te e digli che non rompessero le palle”.
Luciano Moggi, nel periodo di massimo splendore, cerca (ed ottiene) di evitare una squalifica di tre mesi al figlio procuratore, accordandosi per una multa con l’avv. federale Gavallotti, colui che aveva scelto la commissione giudicante (leggi). Moggi alle prese con l’imperativo del verbo “sensibilizzare” sembra un ossimoro, ad ogni modo, registriamo con piacere che ieri il prode Alessandro è stato condannato dalla giustizia sportiva a 4 anni di squalifica. Con lui Zavaglia (18 mesi) e Gallo (12 mesi). La corte federale era presieduta da Giovanni Coraggio. Nomen omen.
Le prime parole di Alessandro Moggi dopo la sentenza sono state: Quattro anni è assurdo. Ho forse falsato un campionato o comprato una partita?. Il riferimento ai 5 anni con proposta di radiazione inflitti al padre reo di aver falsato (più di) un campionato diventa il metro di giudizio della sua sentenza. Lo riconosce colpevole o crede che la condanna al padre sia stata troppo lieve? Fantastico, in ogni caso.
Manuel Fantoni
Le parole di Mancini sui tituli (“due scudetti e mezzo”) vinti all’Inter sono state utilizzate dalle vedove intellettuali per portare acqua al mulino dei nostalgici. Prima di esprimere qualsiasi giudizio occorre vedere il Chiambretti Night di giovedì sera, anche perché il Mancio è stato sempre coerente sull’argomento Moggi. Infatti alla constatazione del presentatore: “si poteva rifiutare lo scudetto assegnato”, risponde: “Caso mai dovevano essere cancellate cose che altri hanno fatto e non dovevano, anche perché non serviva, vista la forza della Juventus”. Quindi è probabile che il suo sia un riferimento all’assegnazione dello scudetto alla società a mo’ di risarcimento per anni di furti subiti e che il 16esimo titolo sia da condividere con Simoni e Cuper che proprio nel 2006 hanno avuto giustizia. Un giornalista alla Cesare Cuticchia, alias Manuel Fantoni, che millanta amicizie tramite fotografie sul suo sito, arriva a scrivere: “Mancini è stato il più acerrimo accusatore di Calciopoli prima che Calciopoli venisse alla luce, è anche un ragazzo intelligente e la sua frase sui due scudetti e mezzo sicuramente non è stata detta a casaccio. Da ragazzino tifava Juve e questo l’ha influenzato, oppure le sue parole nascondono qualcosa?”. In effetti potrebbe esserci qualcosa dietro ma non ci va di parafrasare i.org su Totti.
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