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Le pagelle intellettuali

INTER 5 – E’ sempre più in fuga, eppure sul piano del gioco convince sempre di meno. Un tiro in porta per chi ha il miglior attacco del campionato è troppo poco e non basta nemmeno per vincere. Per battere l’Udinese ci vuole un autogol, anzi un autogollonzo. E se anche la fortuna si schiera dalla parte dell’Inter, chi la ferma più?
UDINESE 6,5 – Vincitrice morale del confronto con l’Inter, con meritati applausi finali. Meriterebbe anche 7 pensando a come gioca senza 8 giocatori, a cominciare da Di Natale, ma le togliamo mezzo voto perché al di là dell’arbitraggio e della sfortuna, ha la colpa di non sfruttare le numerose occasioni per segnare.
MILAN 6,5 – Fatica troppo per battere il Lecce, ma i due gol finali sono il frutto del carattere della squadra e delle qualità individuali. Con un grande protagonista: il troppo discusso Ancelotti che trova la formula giusta dopo un primo tempo opaco. E così il Milan, con il nuovo 4-2-4 di stampo brasiliano, difende il terzo posto dall’assalto del Genoa. Alberto Cerruti.
La partita di ieri non è stata una delle più brillanti della gestione Mourinho, ma la squadra ha portato a casa un risultato preziosissimo in virtù dell’obiettivo realistico della stagione: vincere lo scudetto con un vantaggio in doppia cifra. Il gioco non è stato entusiasmante, ma al di là di qualche occasione estemporanea concessa agli avversari, soprattutto nei primi minuti di gara, la difesa non ha corso pericoli eccessivi. Il goal è stato fortunoso, ma pochi minuti prima Stankovic aveva sbagliato la palla goal più nitida dell’incontro.
E’ chiaro che di fronte ad un campionato ufficiosamente chiuso, occorre trovare il modo per screditare la squadra con il miglior attacco e la miglior difesa. Come? Alberto Cerruti prova a fornire qualche suggerimento. Innanzitutto la fortuna che si schiera dalla parte dell’Inter. Citiamo Beccantini a proposito della J**e: “Non c’entra la iella (anzi: l’ingresso di Camoranesi è stato dettato dalla resa di Salihamidzic, il due a due era un’autorete)”, poi si appropria indebitamente della categoria dei “vincitori morali”. Categoria che guardiamo da qualche anno con una certa simpatia mista a compassione. Non saranno contenti Totti e De Rossi*.
Poi gli infortuni dei Friulani, ben 8. Il nostro, la scorsa settimana dava 9 alla J**e per i 4 goal rifilati ad una Roma che contava 11 assenti. Questo il giudizio: “Vola a forza 4, come i gol rifilati prima al Bologna e poi alla Roma. E pazienza se i punti di distacco dall’Inter sono tornati 7. Una Juve così fa bene a sperare nello scudetto e intanto consolida il secondo posto a più 7 sul Milan. E allora giù il cappello di fronte a Ranieri”. Pazienza. Mentre l’assenza di Maicon, l’infortunio di Julio Cesar e gli impegni delle nazionali non vengono nemmeno citati. Due highlander fuori, per citare Taribo. Con tutto il rispetto per Di Natale.
Poi l’arbitraggio, un must. Il contatto c’è, ma citando Casarin: “A velocità normale l’avrei dato, ma più lo vedo meno ne sono convinto”. Quagliarella sembra aspettare Julio Cesar per poi emulare la bravissima Tania Cagnotto. La sceneggiata facciale è degna del miglior Mario Merola.
Il Milan vince grazie al carattere, come del resto scrissero della J**e a Catania (Una J**e da 10, il famigerato titolo). Ancelotti che aveva l’obbligo di vincere lo scudetto è sempre “troppo discusso”, ma fa entrare un imbarazzante Ronaldinho e vince grazie ad un goal, un gollonzo (cit.), di Senderos, altro elemento di una campagna acquisti delirante ma avallata dal tecnico più aziendalista della Serie A. Le partite come quella di ieri dal Milan vanno viste, perché ricordano la situazione dell’Inter di qualche anno fa. Incontri di fine stagione senza un grande obiettivo da raggiungere, con esultanze inutili a goal che valgono ancora meno.
* Del tuffo di Julio Baptista che ha portato al rigore partita non si parla. Mihajlovic, d’altronde, non è Mister Kleenex. Il Bologna, comunque, per il nostro Cerruti, merita il 6. Moratti tornerà a Miami.
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