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Cinque risposte dall'Olimpico

Roma-InterLa strabiliante vittoria odierna all’Olimpico ha detto, a mio parere, cinque cose fondamentali sull’Inter di Mourinho, che possono essere prese come un traccia per il prossimo futuro.
1. Un centrocampo privo di Zanetti,ma con giocatori che stanno alti, sono veloci e ripartono, come Stankovic, Cambiasso e Muntari (o Vieira) è connaturato alle esigenze del modulo. Il calcio-melina, lento e ruminato del Derby, appartenuto all’Inter della seconda parte della stagione scorsa, è da archiviare per sempre.
2. La squadra, se schierata col 4-1-4-1 come oggi, con Ibra libero di fare male, e giocatori che rientrano e ripartono sempre, con la difesa corta, soffre poco, concede solo tiri da fuori e va via centralmente. La difesa non va in affanno, soprattutto da quando è rientrato Cordoba, che è sempre il nostro difensore più affidabile.
3. Il dinamismo di Vieira e Muntari serve a ficcare in profondità, inutile utilizzarli per battagliare in mezzo a due all’ora. Col finto 4-3-3 si può giocare! E giocare bene, perché non abbiamo visto solo uno strepitoso Ibrahimovic o il solito infinito Maicon. Cambiasso e Muntari hanno ridicolizzato Aquilani e De Rossi, mentre persino Quaresma e Obinna hanno tenuto le consegne tattiche, coprendo e ripartendo negli spazi.
4. Ergo: la vera forza della squadra non è più nella forza fisica, ma nella qualità e nella velocità, che possono dare elementi come Ibrahimovic, Quaresma, Mancini, Cambiasso, Muntari, Maxwell, Balotelli e Maicon. Siamo passati da una dimensione atletica a una tecnica, con giocatori meno possenti, ma più agili. Oggi i soli colossi in campo erano Ibrahimovic e Maicon.
5. La voglia di ripartire in contropiede costringe i giocatori a voler ricercare sempre il risultato. Se cominciamo ad adagiarci o finiamo per farci rimontare o non giochiamo per nulla, come nel derby. Ma se c’è la squadra corta, che ha fiato, sta attenta all’ordine tattico e riparte centralmente, anziché rallentare (come nel derby!) allora diventiamo pericolosi e il problema del gol svanisce. La squadra deve perciò completare l’evoluzione tattica: dai muscoli alla fantasia. Oggi abbiamo visto aperture di campo radenti davvero illuminate.
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